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Fibrillazione atriale: sì, l’attività fisica aiuta a gestire la malattia

Fibrillazione atriale: sì, l’attività fisica aiuta a gestire la malattia

Un programma di riabilitazione basato sull’attività fisica può migliorare la salute di chi soffre di fibrillazione atriale? Questa è stata la domanda di partenza di un grosso lavoro di revisione della letteratura, compiuto da un team di ricercatori europei, secondo cui l’attività fisica riesce a ridurre i sintomi della malattia e la loro gravità, e a migliorare la capacità di muoversi. Al punto che ormai, scrivono in articolo pubblicato sulle pagine del British Journal of Sports Medicine, una riabilitazione basata sull’esercizio fisico dovrebbe essere raccomandata ufficialmente tra le strategie di gestione della malattia.

La revisione degli studi sull’efficacia dell’esercizio fisico per la fibrillazione atriale

I ricercatori hanno messo insieme le evidenze provenienti da 20 studi clinici relativi a oltre 2.000 pazienti con fibrillazione proveniente da diverse aree del mondo. Gli studi considerati analizzavano l’efficacia di diverse tipologie di riabilitazione: in molti casi veniva analizzato solo l’impatto dell’esercizio fisico, in altri, spiegano gli esperti, erano stati adottati anche degli approcci più ampi, con interventi di tipo educativo e psicologico. Anche i tipi di esercizio fisico analizzati erano diversi, più o meno intensi, di tipo aerobico e di resistenza, comprendenti attività quali camminate, corsette e yoga. La durata degli interventi di riabilitazione fisica era piuttosto variabile (da due mesi a due anni), così come la frequenza settimanale di sedute. L’efficacia di questi interventi strutturati è stata valutata rispetto a gruppi di controllo che seguivano protocolli standard di gestione della patologia, focalizzati su terapie e interventi di tipo per lo più psicologico.

L’attività fisica può migliorare la fibrillazione atriale

Complessivamente i dati messi insieme dai ricercatori mostrano che interventi di riabilitazione fisica possono migliorare la fibrillazione atriale, con un minor numero di episodi, meno gravi e più brevi (con benefici del 30%-40% circa), e dalle analisi i pazienti allenati risultavano anche più pronti a sopportare l’esercizio fisico. Ma non solo: questi effetti benefici, spiegano, si osservavano in tutti i casi, ovvero per tutte le tipologie di fibrillazione atriale, caratteristiche dei pazienti ed esercizi svolti, senza impattare sul rischio di mortalità o effetti avversi, suggerendo un beneficio trasversale dell’esercizio fisico. Infine i pazienti che avevano seguito un protocollo di riabilitazione fisica riferivano anche un maggior benessere mentale.

I benefici dell’attività fisica

Una dieta sana e uno stile di vita attivo sono strategie di prevenzione di efficacia riconosciuta contro la fibrillazione atriale e, più in generale, contro le malattie cardiovascolari. Ma aiutano anche dopo l’insorgenza della patologia. Perché funzionano? Secondo gli esperti, accanto ai benefici documentati - come controllo del peso, della glicemia e del colesterolo, della pressione, per citarne alcuni - l’allenamento indurrebbe anche dei cambiamenti che in modo particolare possono far bene a chi soffre di palpitazioni, affaticamento, dolori al petto e affanno, tra i sintomi più comuni di chi soffre di fibrillazione atriale. Nello specifico, tra questi meccanismi potrebbero esserci la riduzione della rigidità atriale e della fibrosi, il miglioramento della funzione vascolare e l’ottimizzazione delle funzioni del sistema nervoso autonomo e quindi del controllo del ritmo cardiaco. Senza dimenticare, si legge ancora nell’articolo, che anche la riduzione di ansia e depressione, favorite dal movimento, possono aiutare a ridurre i sintomi.

L’attività fisica dunque, concludono gli esperti, potrebbe aiutare a gestire la fibrillazione atriale, secondo le più recenti evidenze sul tema, a conferma dei vantaggi che l’esercizio fisico ha per il cuore e le malattie cardiovascolari. Purché non estrema: ci sono infatti casi di un aumentato rischio di fibrillazione legati ad attività di endurance, ricordano gli esperti. Anche nell’editoriale di accompagnamento all’articolo, sulle stesse pagine della rivista, gli esperti puntano l’accento sull’importanza dell’attività fisica senza eccessi: moderata, adeguata alle condizioni e alle preferenze dei singoli pazienti.

repubblica

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