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Bambini e cibo spazzatura, quando a tentare è anche il profumo degli alimenti

Bambini e cibo spazzatura, quando a tentare è anche il profumo degli alimenti

Sempre più persone consumano alimenti che contengono zuccheri aggiunti, calorie in eccesso e alti livelli di sale e grassi saturi. Ne consegue che l’apporto energetico derivante dai grassi totali sia ben superiore alle raccomandazioni nutrizionali, a scapito di altri nutrienti tra cui fibre, calcio e vitamine. Questi squilibri possono causare gravi conseguenze sulla salute, associarsi all'aumento di peso, con conseguente rischio di sovrappeso, obesità e delle patologie secondarie ad essi correlate, tra cui diabete e cardiopatie.

Perché scegliamo un alimento invece di un altro

Molti fattori possono essere coinvolti nella scelta degli alimenti. Tra questi, la capacità olfattiva: il naso gioca un ruolo importante nel plasmare la percezione del sapore del cibo e nell'influenzare l'assunzione di alcuni alimenti più che di altri. Più in generale, la nostra capacità olfattiva può esercitare la sua influenza sul nostro comportamento alimentare, in termini di scelte di alimenti e di appetito. Da sempre, l'identificazione del cibo si basa oltre che sulla vista anche sul sistema olfattivo. Molto sviluppato negli animali che a distanza possono avvertire la presenza della preda, anche le nostre scelte sono influenzate dalle sensazioni che percepiamo nell’annusare le varie pietanze.

I segnali olfattivi e la percezione del sapore

Gli esseri umani sembrano quindi essere in grado di estrarre informazioni nutrizionali da segnali olfattivi, che possono innescare un appetito specifico e guidare la scelta alimentare. E questo avviene fin da quando si è bambini. La funzione olfattiva svolge un ruolo chiave nella percezione del sapore; un olfatto ben sviluppato può contribuire a migliorare la capacità di un individuo di ricercare e apprezzare i sapori negli alimenti, incoraggiando così la scelta di una dieta più varia ed equilibrata dal punto di vista nutrizionale. Di contro, sempre più evidenze suggeriscono che una scelta alimentare scorretta può essere influenzata da un olfatto alterato.

Disfunzione olfattiva e percezione del cibo

Alcuni studi infatti hanno dimostrato che le persone con disfunzione olfattiva possono avere un’alterata percezione del cibo che contribuisce alle loro preferenze alimentari. Ne consegue che differenze individuali nella funzione olfattiva svolgano un ruolo cruciale nel modellare i comportamenti alimentari e potrebbero avere effetti duraturi sulla salute. Individui con disfunzione olfattiva possano modificare le proprie preferenze alimentari utilizzando più condimenti come zucchero, maionese e panna per rendere i loro pasti più gustosi, o scegliendo una dieta ricca di zucchero, sale e grassi, o ancora sviluppando una maggiore propensione per i cibi piccanti.

La ricerca di stimoli

La percezione sensoriale del cibo è un fattore chiave nel determinare la soddisfazione e la sazietà anche nei più piccoli. Quando questa percezione è compromessa, i bambini potrebbero cercare di compensare questa mancanza di stimoli sensoriali con alimenti più appetitosi ma meno salutari, contribuendo così a un consumo di diete nutrizionalmente non adeguate. Inoltre, la ridotta capacità olfattiva può influenzare anche l’appetito e la motivazione a mangiare, portando a un’assunzione calorica insufficiente, a un rifiuto di nuovi sapori o, al contrario, a scelte alimentari sbilanciate.

La letteratura ci insegna che in caso di deficit olfattivi vi è ad esempio una tendenza a consumare meno frutta e verdura, preferendo alimenti meno sani e meno nutrienti. Questo comportamento in età pediatrica può persistere negli anni con conseguenze sulla crescita e sulla salute a lungo termine.

Lo studio sui 600 bambini

Utilizzando il test U-Sniff, uno degli strumenti più diffusi per valutare la capacità di identificazione degli odori, un gruppo di ricercatori scientifici ha correlato un basso punteggio al test ad una maggiore tendenza a scegliere junk food. Lo studio scientifico in via di pubblicazione sulla rivista Appetite è stato usato su un campione di circa 600 bambini e adolescenti per valutare la capacità di riconoscere e distinguere gli odori. Durante il test, sono stati presentati diversi campioni di odori, ciascuno con un profumo diverso da annusare. L'obiettivo principale è stato verificare quanto bene il bambino riusciva a riconoscere odori comuni, come la mela o il limone.

Lo studio ci ha permesso di arrivare a un’importante conclusione: i bambini con una minore capacità di identificazione degli odori mostrano una maggiore propensione a optare per scelte alimentari non salutari nella loro dieta quotidiana. Al contrario, una migliore capacità di identificare gli odori sembra avere un impatto positivo sulla scelta di alimenti più sani nella loro dieta quotidiana. E questo è tanto più vero quanto il bambino è piccolo, ovvero con un’età compresa tra i 6 e gli 8 anni.

Questi risultati implicano che i bambini più piccoli sono più attratti dal cibo e dalle bevande non salutari rispetto ai bambini più grandi e agli adolescenti, il che potrebbe essere influenzato dalla loro vulnerabilità alla pubblicità e dalla capacità attrattiva del packaging, ma anche dalla loro diversa capacità olfattiva.

Elena Bozzola- Pediatra Società Italiana Pediatria- Presidente Onlus “Il bambino ed il suo pediatra”

La Repubblica

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