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Uno studio rafforza i benefici dei vaccini contro il COVID-19 nei bambini e negli adolescenti.

Uno studio rafforza i benefici dei vaccini contro il COVID-19 nei bambini e negli adolescenti.

La vaccinazione contro il Covid-19 nei bambini e negli adolescenti è una buona misura di salute pubblica, conclude uno studio pubblicato mercoledì (5), che ha rilevato che i giovani pazienti corrono un rischio maggiore di sviluppare problemi dopo un'infezione rispetto agli effetti collaterali dopo il vaccino.

Nelle persone di età inferiore ai 18 anni, "una prima infezione da COVID è associata a rischi per la salute rari ma gravi che persistono per diversi mesi", afferma lo studio pubblicato su "The Lancet Child & Adolescent Health" e basato su dati retrospettivi di milioni di giovani pazienti britannici tra il 2020 e il 2022.

A loro volta, "i rischi osservati dopo una prima vaccinazione sono limitati al periodo immediatamente successivo e sono significativamente inferiori rispetto a quelli osservati dopo un'infezione da SARS-CoV-2", aggiungono gli autori, che hanno affrontato specificamente il vaccino Pfizer.

La ricerca fornisce elementi per rispondere a una domanda particolarmente delicata posta fin dall'inizio della pandemia di coronavirus nel 2020, ovvero la necessità di vaccinare i più giovani. In questa fascia di popolazione, i rischi associati all'infezione da SARS-CoV-2 sembrano essere molto inferiori rispetto alle persone anziane.

I vaccini che utilizzano la tecnologia dell'RNA messaggero, come quelli di Pfizer e Moderna, ormai praticamente obsoleti, possono, in casi molto rari, causare problemi cardiaci.

Tuttavia, secondo lo studio pubblicato mercoledì, i rischi cardiaci di un'infezione da Covid superano di gran lunga quelli associati al vaccino Pfizer, anche nei giovani. I ricercatori menzionano complicazioni come "tromboembolia, trombocitopenia, miocardite e pericardite".

I risultati "rafforzano l'idea che mantenere la vaccinazione nei bambini e nei giovani sia una misura efficace per la salute pubblica", concludono gli autori.

Nello studio, sebbene gli autori siano stati in grado di valutare le conseguenze di un'infezione in tutti i soggetti di età inferiore ai 18 anni, hanno analizzato solo gli effetti della vaccinazione nei soggetti di età compresa tra 5 e 18 anni, poiché la somministrazione di vaccini contro il COVID-19 nei bambini molto piccoli è rara.

Le conclusioni "si riferiscono ai ceppi di Covid che circolavano in quel momento e non a quelli meno pericolosi che circolano attualmente", ha sottolineato il pediatra Adam Finn, non coinvolto nello studio, in una risposta al British Science Media Centre.

jdy/ic/rap/swi/es/jvb/fp/aa

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IstoÉ

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