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Corte Ue: il datore di lavoro può imporre il vaccino al personale esposto a rischio biologico

Corte Ue: il datore di lavoro può imporre il vaccino al personale esposto a rischio biologico

La direttiva 89/391/CEE “Misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori” e la direttiva 2000/54/CE “Protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti biologici” devono essere interpretate nel senso che «non ostano a una normativa nazionale in forza della quale un datore di lavoro può obbligare i lavoratori con i quali ha concluso un contratto di lavoro a farsi vaccinare se sono esposti a un rischio biologico».

In questi termini la Corte di giustizia UE (sentenza 12 giugno 2025) si è espressa sulla domanda di pronuncia pregiudiziale sollevata dalla Corte Suprema dell’Estonia nell’ambito di una controversia tra alcuni autisti di ambulanze e la municipalità di Tallin in merito alla risoluzione dei contratti di lavoro avvenuta in applicazione della normativa nazionale in forza della quale «il datore di lavoro può imporre requisiti in materia di salute e di sicurezza più rigorosi di quelli previsti dalla legge (…). I rischi per la salute dei lavoratori devono essere ridotti al livello più basso possibile, applicando le seguenti misure applicando le seguenti misure (...) garantire che i lavoratori esposti a fattori di rischio biologico per i quali esistono vaccini efficaci abbiano la possibilità di essere vaccinati».

La Corte di giustizia UE ha statuito che l’obbligo vaccinale previsto dalla normativa estone non costituisce un’attuazione del diritto europeo in quanto la direttiva 2000/54/CEE reca soltanto disposizioni di natura organizzativa in tema di prevenzione del rischio biologico («…La valutazione [del rischio] dovrebbe di individuare i lavoratori per i quali possono essere necessarie misure speciali di protezione….Qualora [si] riscontri un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa della loro esposizione ad agenti biologici contro i quali esistono vaccini efficaci, i datori di lavoro dovrebbero offrire la vaccinazione ai lavoratori…») mentre la direttiva 89/391/CEE non prevede alcuna disposizione specifica in materia di vaccinazione dei lavoratori».

Da qui la sentenza in narrativa che conferma il costante orientamento della giurisprudenza della Corte di giustizia (sentenza 26 febbraio 2013, Åklagaren c. Hans Åkerberg Fransson, C-617/10, punto 19, e sentenza 13 giugno 2024, Monmorieux, C 380/23, punto 29) secondo cui i diritti fondamentali garantiti nell’ordinamento giuridico euro unitario «si applicano in tutte le situazioni disciplinate dal diritto dell’Unione, ma non al di fuori di esse».

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